Si è svolta sul Monte Zec, nei pressi di Fojnica nel Cantone della Bosnia Centrale, a circa 50 km da Sarajevo, l’annuale cerimonia di commemorazione in onore dei membri dell’equipaggio del volo G222 (in codice: LYRA34) che persero la vita il 3 settembre 1992 a seguito dell’abbattimento dell’aeromobile da parte di unità rimaste ignote. L’evento e’ stato presieduto dall’Ambasciatore d’Italia Marco Di Ruzza, affiancato dall’Addetto per la Difesa competente per la Bosnia-Erzegovina, Col. Stefano Giribono.
Il velivolo, appartenente alla 46esima Aerobrigata di Pisa, era in volo verso Sarajevo, proveniente da Spalato, con il compito di trasportare aiuti e materiale sanitario alla popolazione locale, stremata dall’assedio durante la guerra in Bosnia Erzegovina. La missione di soccorso umanitario veniva effettuata sotto mandato delle Nazioni Unite in attuazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 761 del 29 giugno 1992. A circa otto minuti dall’atterraggio, l’aereo fu raggiunto da due missili terra-aria, che ne causarono l’esplosione in volo e lo schianto sulla sommità del Monte Zec. Rimasero vittima del tragico accadimento il Maggiore Pilota Marco Betti, il Tenente Pilota Marco Rigliaco, il Maresciallo motorista Giuseppe Buttaglieri e il Maresciallo elettromeccanico di bordo, Giuliano Velardi. Tutti sarebbero stati poi insigniti dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro della Medaglio d’Oro al Valor Militare.
La commemorazione e’ stata organizzata con il contributo di personale militare italiano in servizio presso la Missione EUFOR-Althea. Tra i partecipanti, un’alta delegazione del Ministero della Difesa della Bosnia Erzegovina – guidata dal Generale Mirsad Ahmic, in diretta rappresentanza del Ministro Helez – il Comandante del Quartier Generale NATO, Gen. Matthew Valas, il Vice Comandante di EUFOR, Gen. Lorenzo Dal Maso, Addetti Militari qui accreditati, rappresentanti del Comune di Fojnica, la locale Comunita’ francescana e l’Associazione dei cittadini di origine italiana ‘Rino Zandonai’ di Tuzla.
Come da consuetudine, il Nunzio Apostolico, Mons. Francis Assisi Chullikatt, ha benedetto il Monumento eretto a memoria dei nostri militari nel 1998 (sul quale campeggia l’iscrizione ‘Caduti perche’ vivano gli altri’ ) e condotto la preghiera in loro suffragio. Ai piedi della medesima lapide commemorativa l’Ambasciatore ha deposto una corona floreale ed analoghi omaggi sono stati resi dal Ministero della Difesa della Bosnia Erzegovina e dalle altre istituzioni civili e militari partecipanti.
Anche in questa occasione, l’Ambasciatore – nel sottolineare come il sacrificio dei militari caduti nell’assolvimento di una missione umanitaria configuri un fulgido esempio di altruismo, generosita’ ed alta dedizione al servizio – ha voluto riecheggiare parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Lo slancio e l’altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune devono essere fonte di riflessione per tutti i cittadini che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunita’ nazionale e internazionale”. Nel suo intervento, Di Ruzza ha altresi’ ricordato lo straordinario movimento di solidarieta’ che parti’ dall’Italia per soccorrere le popolazioni della ex Jugoslavia durante le guerre interetniche che ne segnarono la dissoluzione: iniziative che coinvolsero sia attori istituzionali che espressioni della societa’ civile e che tuttora sono alla radice dei sentimenti di vicinanza ed amicizia che legano l’Italia alla Bosnia Erzegovina.
Ha concluso la celebrazione la ‘Preghiera dell’Aviatore’, recitata da personale militare italiano di EUFOR.