Panoramica generale
Le priorità economiche della Bosnia Erzegovina vedono al primo posto l’accelerazione nel percorso di integrazione europea, in particolar modo a seguito dello slancio dato dal riconoscimento dello status di candidato all’ingresso nell’Unione Europea a dicembre 2022. In quest’ottica si collocano in cima alle priorità economiche del Paese le riforme strutturali volte a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, a favorire lo sviluppo di un settore privato dinamico e competitivo e a rendere più efficiente la gestione delle risorse. Le scelte di politica monetaria e fiscale della Bosnia Erzegovina in questo momento storico sono fortemente condizionate dalle conseguenze della crisi pandemica e del conflitto in Ucraina, in particolare dalla forte pressione inflazionistica e dalla ridefinizione delle catene del valore che queste hanno imposto.
Integrazione economico-commerciale regionale e multilaterale
In questa fase del processo di adesione all’Unione Europea, la Bosnia Erzegovina coopera con gli altri Paesi dei Balcani occidentali nell’ambito del cosiddetto Processo di Berlino, che rappresenta un aspetto complementare dell’integrazione della Bosnia Erzegovina e dei Balcani occidentali nell’UE.
A seguito del Vertice di Trieste tenutosi il 12 luglio 2017, è stato adottato il “Piano d’Azione Pluriennale” per l’istituzione dello spazio economico regionale dei Balcani Occidentali (MAP REA). Il piano si articola in quattro direzioni su cui verterà lo spazio economico regionale: commercio, investimenti, mobilità e integrazione digitale.
A partire dai risultati ottenuti nell’ambito del MAP REA, al termine del Vertice di Sofia del 2020, i Paesi dei Balcani Occidentali hanno iniziato a lavorare alla costruzione di un Mercato Regionale Comune, volto a favorire la ripresa all’indomani della crisi pandemica attraverso una maggiore integrazione a livello regionale e ad avvicinare ulteriormente la regione al mercato unico europeo. Al fine di raggiungere tale obiettivo è stato adottato un Piano d’Azione che prevede l’implementazione entro il 2024 di specifiche misure in quattro aree chiave: commercio, investimenti, digitale e industria e innovazione.
Conformemente all’impegno regionale, la Bosnia Erzegovina è coinvolta in tutti i processi di integrazione europea.
Nel 2008 la Bosnia Erzegovina ha concluso l’Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) con l’Unione Europea, che pone le basi per il processo di integrazione europea, attraverso la creazione di un’area di libero scambio con l’UE e l’individuazione di specifici obiettivi politici ed economici.
La Bosnia Erzegovina ha inoltre concluso l’Accordo Centroeuropeo di Libero Scambio (CEFTA), insieme ad altri paesi dei Balcani Occidentali, anch’essi coinvolti nel processo di stabilizzazione e associazione. L’obiettivo del CEFTA è l’ulteriore liberalizzazione del commercio nella regione, l’eliminazione completa di tutte le barriere commerciali e la preparazione dei futuri Stati membri per l’adesione all’Unione Europea.
Inoltre, tutti i membri del CEFTA, compresa la Bosnia Erzegovina, hanno firmato accordi di libero scambio con l’Associazione europea di libero scambio (EFTA), che unisce i mercati di Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein nel campo del commercio.
L’appartenenza e la partecipazione attiva a organizzazioni multilaterali, come l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), rimane uno degli obiettivi chiave della politica commerciale estera della Bosnia Erzegovina, che continua a partecipare alle riunioni dell’OMC come Paese Osservatore.
La Bosnia Erzegovina è parte di un accordo di libero scambio con la Turchia e partecipa a sistemi preferenziali di scambio con USA, Giappone, Nuova Zelanda, Federazione Russa, Kazakistan, Bielorussia e Iran.
A dicembre 2022, è stato riconosciuto alla Bosnia Erzegovina lo status di “Paese candidato” all’ingresso nell’UE.
Italia – Bosnia Erzegovina
Le relazioni economiche tra l’Italia e la Bosnia Erzegovina si sono radicate nel tempo sia grazie alla vicinanza geografica, che per la complementarietà dei rispettivi sistemi economici.
In Bosnia Erzegovina, Paese con 3,3 milioni di abitanti (in base agli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi al censimento del 2013) e un PIL nominale nel 2022 di 23,3 miliardi di euro, l’Italia figura come secondo partner commerciale dopo la Germania, con un interscambio di valore pari a 2,82 miliardi di euro nel 2022, e dal 2021 occupa la prima posizione come Paese fornitore della Bosnia Erzegovina, con un valore che nel 2022 ha raggiunto gli 1,81 miliardi di euro. I principali prodotti italiani esportati in Bosnia Erzegovina sono quelli in cui tradizionalmente eccelle la produzione Made in Italy: prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, macchinari e prodotti alimentari.
Negli ultimi dieci anni la Bosnia Erzegovina ha visto una crescita costante del volume di scambi con l’estero, con l’eccezione del crollo registrato nel 2020 in corrispondenza della crisi pandemica. In linea con tale tendenza, il volume di esportazioni e importazioni da e verso l’Italia ha visto un costante aumento, con una crescita particolarmente forte negli ultimi due anni. Per quanto riguarda le esportazioni della Bosnia Erzegovina, nel 2022 l’Italia si è posizionata come quarto mercato di destinazione delle merci bosniaco-erzegovesi, con un volume di esportazioni verso l’Italia pari a 1,02 miliardi di euro. I prodotti che l’Italia esporta dalla Bosnia Erzegovina appartengono prevalentemente ai settori tessile, metallurgico, dei rifiuti, chimico e del legno.
Il territorio della Bosnia Erzegovina è prevalentemente montuoso o collinare ed è coperto per il 53% da foreste, che hanno permesso nel corso del tempo un importante sviluppo del settore della lavorazione del legno, i cui prodotti vengono per la maggior parte esportati verso l’Europa Occidentale, gli USA e il Medio Oriente. Il Paese è, inoltre, ricco di risorse energetiche non ancora sfruttate a pieno. Oltre alle ricche riserve di carbone e lignite, la Bosnia Erzegovina dispone di un potenziale idrico di più di 6000 MW, un potenziale eolico stimato intorno ai 1500 MW, materiale grezzo adatto alla produzione di energia da bio-massa e risorse geo-termiche e solari sinora scarsamente utilizzate. Per quanto riguarda il settore agricolo, nonostante l’abbondanza di terreni coltivabili e le condizioni climatiche favorevoli, circa il 50% dei terreni agricoli rimane incolto. L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) sostiene lo sviluppo della Bosnia Erzegovina nei settori agro-alimentare e dello sviluppo rurale attraverso diversi progetti che combinano un approccio di cooperazione tecnica ad uno basato sul trasferimento di conoscenze.
La Bosnia Erzegovina vanta una lunga tradizione industriale nei settori metalmeccanico, tessile, calzaturiero e dell’automotive. La significativa capacità produttiva così come la presenza di manodopera qualificata a basso costo, rendono il settore industriale bosniaco-erzegovese particolarmente attrattivo per gli investimenti stranieri. Tuttavia, i livelli di produzione attuali rimangono subottimali a causa dell’obsolescenza delle tecnologie e degli impianti produttivi. Nonostante ciò, la Bosnia Erzegovina ha intrapreso un processo di modernizzazione degli impianti produttivi da cui scaturiscono importanti opportunità per imprese esportatrici di macchinari e alta tecnologia. Si registrano tra le 80 e le 100 società italiane che hanno effettuato investimenti diretti o joint-ventures in Bosnia Erzegovina e che operano prevalentemente nei settori siderurgico, calzaturiero, dell’abbigliamento e del legname.
L’Ambasciata ha coadiuvato il processo che ha portato alla costituzione nel 2021 dell’Associazione delle Imprese Italiane in Bosnia Erzegovina (AIIBH), un sodalizio su modello camerale con l’obiettivo di rafforzare gli scambi e le sinergie tra le imprese italiane site in Bosnia Erzegovina e di favorire la cooperazione con le autorità locali.
Per quanto riguarda il settore terziario, è in corso una forte espansione del settore IT, supportato dell’UE nel quadro del sostegno alla transizione digitale dei Balcani Occidentali nel loro percorso di integrazione europea. Significativa è anche la presenza italiana nel settore bancario: il 30% del mercato bosniaco è detenuto dai gruppi Intesa Sanpaolo e Unicredit, che è la prima società bosniaco-erzegovese per capitalizzazione. Il sistema bancario, basato su standard e principi internazionali, è uno dei settori più organizzati e sviluppati del Paese. Inoltre, grazie al suo patrimonio storico, culturale e soprattutto naturalistico, il comparto turistico della Bosnia Erzegovina possiede un forte potenziale di sviluppo. Anche in questo settore, AICS finanzia e attua progetti volti a tutelare tale patrimonio e a favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile.