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Festa della Repubblica Italiana. Editoriale dell’Ambasciatrice Castellani

(English below)

 

Il 2 giugno 1946 milioni di italiani, per la prima volta anche le donne, furono chiamati alle urne per scegliere tra monarchia e Repubblica. È una data fondativa, che segna il passaggio da una monarchia uscita provata dalla guerra a una nuova Italia: democratica, costituzionale, fondata sul lavoro, che scelse il multilateralismo e l’integrazione euro-atlantica quali punti fermi della sua politica estera.

Questa giornata non è solo memoria del passato, ma anche riflessione sul presente e sul futuro. In un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica, conflitti in aree vicine e crescenti sfide economiche, l’Italia si propone come attore di stabilità, crescita, dialogo e cooperazione, sia nell’ambito dell’Unione Europea sia nella più ampia cornice euro-mediterranea e balcanica.

Il sostegno italiano al processo di allargamento dell’UE verso i Balcani è una dimostrazione concreta di questo impegno. L’Italia crede fermamente che la stabilità, la sicurezza e la prosperità del continente passino attraverso l’integrazione europea della regione. In tale spirito, anche nel formato “Amici dei Balcani occidentali”, Roma continua a promuovere un percorso inclusivo e realistico per i Paesi candidati, offrendo sostegno politico, tecnico ed economico.

La Bosnia Erzegovina deve essere pronta a compiere scelte coraggiose: portare avanti le riforme richieste dall’UE, rafforzare le proprie istituzioni comuni e consolidare lo Stato di diritto. Serve una forte volontà della classe politica bosniaco-erzegovese. I cittadini, in particolare i giovani, ci credono: vogliono un futuro europeo, fatto di benessere, lavoro, libertà.

La frase di Alexander Langer, politico pacifista e ambientalista italiano – e cittadino onorario di Sarajevo – “l’Europa rinasce o muore a Sarajevo”, è più attuale che mai. L’Europa rinasce dove identità, culture e religioni convivono. Dove la diversità è riconosciuta come ricchezza e non come minaccia.

L’Italia guarda con preoccupazione alle recenti iniziative intraprese dalla Republika Srpska: retorica secessionista e messa in discussione dell’ordine costituzionale vanno in senso contrario rispetto al percorso europeo. La sovranità, l’integrità territoriale, l’ordine costituzionale e la personalità giuridica internazionale della BiH devono essere rispettati. Allo stesso tempo, l’Italia sostiene la missione dell’Alto Rappresentante nell’attuazione dell’agenda 5+2 e riafferma l’inequivocabile impegno verso la prospettiva euro-atlantica della BiH come Paese unico, unito e sovrano.

L’Italia partecipa convintamente alla Missione EUFOR Althea, contribuendo con un proprio contingente militare alla stabilità e alla sicurezza del Paese. Colgo anzi l’occasione per rivolgere ai militari italiani in servizio in BiH un pensiero di stima e di gratitudine.

La presenza italiana in BiH non è fatta solo di diplomazia. È fatta di volti, storie e relazioni. Sono rimasta colpita dall’affetto autentico che tanti cittadini bosniaco-erzegovesi esprimono verso il nostro Paese. È un sentimento che affonda le radici in legami storici, culturali e umani, fatto di una curiosità reciproca, una familiarità istintiva che a volte sembra vivere in modo indipendente dalle relazioni politiche.

Tanti i segni di presenza italiana che ho trovato nei luoghi del Paese e nei racconti delle persone, sovente accompagnati da sentimenti di gratitudine verso l’Italia. È negli anni ’90, durante la guerra, che questo legame si è rafforzato profondamente: l’Italia accolse oltre 70.000 rifugiati dalla BiH e promosse una straordinaria mobilitazione della società civile, con migliaia di volontari, attivisti e semplici cittadini che cercarono di portare sollievo in quella che veniva percepita come “una guerra alle porte di casa”.  La memoria delle vittime civili e militari italiane ci ricorda che non possiamo essere spettatori: dobbiamo essere parte della storia, costruire ponti, scegliere la solidarietà.

Ancora oggi, decine di Comuni italiani sono gemellati con città e paesi della Bosnia Erzegovina. Questi gemellaggi non sono formule vuote: sono ponti vivi, fatti di progetti, scambi scolastici, cooperazione culturale e sociale. Sono storie che parlano di riconciliazione, di memoria condivisa, ma anche di futuro. Il successo delle nuove rotte aeree da e per l’Italia, come i numerosi studenti che ogni anno vengono qui in visita, pure testimoniano la curiosità con cui gli italiani guardano alla BiH, attratti proprio dalla sua multiculturalità, dalla sua complessa storia e dalla sua bellezza.

La presenza italiana passa anche dalla Cooperazione allo Sviluppo, qui attiva in tanti settori, come quello sanitario, dell’assistenza ai migranti, la valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale, la promozione del turismo sostenibile, il sostegno ai processi di riconciliazione. Grazie all’impegno delle nostre ONG – alcune delle quali non hanno mai smesso di operare dalla fine della guerra – sono nati asili, centri per soggetti vulnerabili, attività economiche, progetti di micro-credito, iniziative di accoglienza. Ancora, grazie a fondi europei, aiutiamo l’amministrazione pubblica della BiH ad uniformarsi agli standard UE, anche in settori cruciali come cooperazione di polizia e lotta alla corruzione.

Anche l’economia ha un ruolo chiave. L’Italia è il primo Paese esportatore verso la BiH e il secondo partner commerciale. Le nostre imprese, grandi e piccole, creano occupazione e innovazione in molti settori, come quello tessile, agroalimentare, siderurgico e meccanico. Due grandi banche italiane contribuiscono alla solidità e alla affidabilità del sistema finanziario e creditizio. La Fiera Economica di Mostar, dove lo scorso aprile l’Italia è stata Paese partner, ha mostrato il potenziale di questa collaborazione. E ora, con la Associazione delle imprese italiane in Bosnia Erzegovina, puntiamo a creare una piattaforma stabile di dialogo e crescita comune.

La cultura italiana, portatrice di un linguaggio universale, è un altro pilastro della nostra presenza e, in quanto tale, vero e proprio ponte di dialogo tra le varie anime della BiH, grazie anche all’unanime apprezzamento di cui gode in tutte le sue espressioni. Diverse le iniziative di diplomazia culturale organizzate nei mesi scorsi e in programma nelle prossime settimane: tra queste, il concerto della pianista di fama internazionale Leonora Armellini e quello del celebre flautista Andrea Griminelli, che tornerà a Sarajevo dopo avervi suonato 30 anni fa nel celebre concerto diretto dal Maestro Riccardo Muti. In programma altresì iniziative di diplomazia sportiva, alla quale teniamo particolarmente: una occasione sarà offerta dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, che ci consentirà di ricordare i Giochi di Sarajevo del 1984.

Continuiamo inoltre a sostenere il progetto Ars Aevi, il costituendo museo di arte contemporanea di Sarajevo, che rappresenta l’anima multiculturale della città. L’Italia rispose per prima all’appello degli organizzatori, con opere donate da grandi artisti come Michelangelo Pistoletto e con il sostegno dell’arch. Renzo Piano per la progettazione del museo. Vogliamo vederlo realizzato: sarà un simbolo di rinascita e di dialogo.

Un pensiero va inoltre alla nostra comunità in BiH: circa 1.200 cittadini italiani e doppi cittadini. Sono un patrimonio prezioso, che tiene vivi i legami tra i nostri popoli: anche a loro rivolgo gli auguri per la Festa della nostra Repubblica.

Infine, un ringraziamento per l’accoglienza calorosa che ho ricevuto al mio arrivo in questo bellissimo Paese: ho incontrato persone meravigliose, di grande cuore, forza d’animo e generosità, che mi hanno fatto sentire a casa fin da subito.

Viva l’Italia. Viva la Bosnia Erzegovina. Viva l’amicizia tra i nostri popoli!

https://www.oslobodjenje.ba/dosjei/kolumne/italija-pruza-cvrstu-podrsku-bih-1048983/

 

Italian Republic Day – Editorial by Ambassador Castellani

On June 2, 1946, millions of Italians—for the first time, including women —were called to the polls to choose between monarchy and republic. This foundational date marks the transition from a monarchy, deeply affected by war, to a new Italy: democratic, constitutional, founded on labor, and committed to multilateralism and Euro-Atlantic integration as cornerstones of its foreign policy.

This day is not only a remembrance of the past but also a reflection on the present and future. In an international context marked by geopolitical instability, conflicts in our neighborhood, and growing economic challenges, Italy positions itself as an actor of stability, growth, dialogue, and cooperation, both within the European Union and in the broader Euro-Mediterranean and Balkan framework.

Italy’s support for the EU enlargement process towards the Balkans is a concrete demonstration of this commitment. Italy firmly believes that the continent’s stability, security, and prosperity must pass through the European integration of the region. In this spirit, also within the “Friends of the Western Balkans” format, Rome continues to promote an inclusive and realistic path for candidate countries, offering political, technical, and economic support.

Bosnia and Herzegovina must be ready to make courageous choices: to carry out the reforms required by the EU, strengthen its common institutions, and consolidate the rule of law. A strong will from the Bosnian-Herzegovinian political class is needed. Citizens, especially young people, believe in it: they want a European future, made of economic welfare, work, and freedom.

The phrase by Alexander Langer, Italian pacifist and environmentalist politician—and honorary citizen of Sarajevo—“Europe will be reborn or will die in Sarajevo,” is more relevant than ever after 30 years. Europe is reborn where identities, cultures, and religions coexist. Where diversity is recognized as a richness and not as a threat.

Italy views with concern the recent initiatives undertaken by the Republika Srpska: secessionist rhetoric and questioning of the constitutional order go against the European path. The sovereignty, territorial integrity, constitutional order, and international legal personality of BiH must be respected. At the same time, Italy supports the mission of the High Representative in implementing the 5+2 Agenda and reaffirms its unequivocal commitment to BiH’s Euro-Atlantic perspective as a single, united, and sovereign country.

Italy actively participates in the EUFOR Althea Mission, contributing with its own military contingent to the country’s stability and security. I take this opportunity to express my esteem and gratitude to the Italian military personnel serving in BiH.

Italy’s presence in BiH is not only diplomatic. It is made of faces, stories, and relationships. I was struck by the genuine affection that many Bosnian-Herzegovinian citizens express towards our country. It is a sentiment rooted in historical, cultural, and human ties, made of mutual curiosity, an instinctive familiarity that sometimes seems to live independently of political relations.

Many signs of Italian presence I have found in the country’s places and in people’s stories, often accompanied by feelings of gratitude towards Italy. It was in the 1990s, during the war, that this bond was deeply strengthened: Italy welcomed over 70,000 refugees from BiH and promoted an extraordinary mobilization of civil society, with thousands of volunteers, activists, and ordinary citizens who sought to bring relief in what was perceived as “a war on our doorstep.” The memory of Italian civilian and military victims reminds us that we cannot be spectators: we must be part of history, build bridges, choose solidarity.

Even today, dozens of Italian municipalities are twinned with cities and towns in Bosnia and Herzegovina. These twinnings are not empty formulas: they are living bridges, made of projects, school exchanges, cultural and social cooperation. They are stories that speak of reconciliation, shared memory, but also of the future. The success of new air routes to and from Italy, as well as the numerous students who visit here every year, also testify to the curiosity with which Italians look at BiH, attracted precisely by its multiculturalism, its complex history, and its beauty.

Italy’s presence also includes Development Cooperation, active here in many sectors, such as health, assistance to migrants, enhancement of natural and cultural heritage, promotion of sustainable tourism, support for reconciliation processes. Thanks to the commitment of our NGOs—some of which have never ceased operations since the end of the war—nurseries, centers for vulnerable individuals, economic activities, micro-credit projects, and hospitality initiatives have been established. Furthermore, thanks to European funds, we help BiH’s public administration align with EU standards, even in crucial sectors such as police cooperation and the fight against corruption.

Economy also plays a key role. Italy is the leading exporting country to BiH and the second trade partner. Our companies, large and small, create employment and innovation in many sectors, such as textiles, agri-food, steel, and mechanical industries. Two major Italian banks contribute to the solidity and reliability of the financial and credit system. The Mostar Economic Fair, where last April Italy was selected as partner country, showcased the potential of this collaboration. And now, with the Association of Italian Enterprises in Bosnia and Herzegovina, we aim to create a stable platform for dialogue and common growth.

Italian culture, bearer of a universal language, is another pillar of our presence and, as such, a true bridge of dialogue between the various souls of BiH, thanks also to the unanimous appreciation it enjoys in all its expressions. Several cultural diplomacy initiatives have been organized in recent months and are planned in the coming weeks: among them, the concert of internationally renowned pianist Leonora Armellini and that of the famous flautist Andrea Griminelli, who will return to Sarajevo after performing there 30 years ago in the famous concert conducted by Maestro Riccardo Muti. Also planned are sports diplomacy initiatives, which we particularly value: an opportunity will be offered by the Milan-Cortina Winter Olympic Games, allowing us to recall the Sarajevo Games of 1984.

We also continue to support the Ars Aevi project, the future contemporary art museum of Sarajevo, which represents the multicultural soul of the city. Italy was the first to respond to the organizers’ call, with works donated by great artists like Michelangelo Pistoletto and with the support of architect Renzo Piano for the museum’s design. We want to see it realized: it will be a symbol of rebirth and dialogue.

A thought also goes to our community in BiH: about 1,200 Italian citizens and dual citizens. They are a precious resource, keeping alive the ties between our peoples: to them, too, I extend my best wishes for our Republic Day.

Finally, thanks for the warm welcome I received upon my arrival in this beautiful country: I have met wonderful people, with great hearts, strength of spirit, and generosity, who made me feel at home from the very beginning.

Long live Italy. Long live Bosnia and Herzegovina. Long live the friendship between our peoples!