Con la simbolica consegna del permesso di costruzione da parte del Sindaco della Municipalità di Novo Sarajevo, Hasan Tanović, ha avuto inizio la fase esecutiva del progetto di realizzazione del Museo di arte contemporanea “Ars Aevi”. L’evento è stato organizzato dalla Città e dal Cantone di Sarajevo in collaborazione con la locale Delegazione Europea, con l’UNESCO e con l’Ambasciata d’Italia, a conferma dell’importante ruolo svolto dall’Italia nel rilanciare e nel rimettere in moto un progetto di immenso valore artistico che sino a pochi anni fa sembrava completamente impantanato.
Disegnato dall’architetto Renzo Piano nella sua qualità di “Goodwill Ambassador” dell’UNESCO, il progetto museale Ars Aevi (in latino “arte dell’epoca” ma anche parziale anagramma della parola Sarajevo) era stato concepito per offrire una moderna sede espositiva alle opere d’arte dell’omonima collezione. Si tratta di circa 150 pezzi donati a Sarajevo già durante i duri anni dell’assedio da prestigiosi artisti internazionali (tra i quali Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Marina Abramovic, Joseph Kosuth, Maja Bajevic e molti altri) in una suggestiva gara di solidarietà che voleva favorire la rinascita civile, etica e culturale della città. Al momento le opere della collezione sono in prevalenza esposte presso la Vijećnica, sede della Municipalità ed ex Biblioteca Nazionale.
L’Italia ha sempre espresso un profilato impegno verso il progetto e, dopo la firma del Protocollo d’intesa nel novembre 2021 tra la Città e il Cantone, ha finanziato – tramite interventi dell’Agenzia italiana di cooperazione allo sviluppo (AICS) – lo studio di progettazione esecutiva dell’edificio museale, snodo fondamentale per la cantierizzazione dell’opera. Realizzato dalla società di architettura “NonStop” in stretto coordinamento con la Renzo Piano Building Workshop, lo studio è stato presentato nell’ottobre dello scorso anno in occasione della seconda Conferenza “A vision becomes reality”, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con la stessa AICS. In tale circostanza era stato anche lanciato – a cura di UNESCO – un fondo fiduciario multi-donatori allo scopo di favorire la raccolta delle risorse necessarie alla realizzazione dell’edificio museale e alla manutenzione delle opere della collezione.
All’evento che ha virtualmente dato il via ai lavori di costruzione del museo sono intervenuti, tra gli altri, il Primo Ministro del Cantone di Sarajevo, Nihad Uk, la Sindaca di Sarajevo, Benjamina Karić, il Sindaco della Municipalità di Novo Sarajevo, Hasan Tanović, il Capo della Delegazione Europea, Ambasciatore Johann Sattler, l’Ambasciatore d’Italia in Bosnia Erzegovina, Marco Di Ruzza, il Rappresentante UNESCO per la Bosnia Erzegovina, Sinisa Šešum, lo storico fondatore della collezione, Enver Hadžiomerspahić e la Direttrice del sistema museale della città Senka Ibrišimbegović. Dai rispettivi discorsi è emerso chiaramente come l’ottimo gioco di squadra tra le Autorità locali e la comunità internazionale sia stato determinante nel favorire il rapido avanzamento del progetto.
La cerimonia ha visto la consegna ufficiale del permesso a costruire da parte del Sindaco Tanović al Primo Ministro Uk, il cui governo cantonale è formalmente responsabile per la commissione dell’opera. Subito prima, veniva issata dinanzi al terreno una bandiera con il logo del museo, individuato ormai da tempo e contraddistinto da uno schieramento di vessilli colorati a segnalare i confini della futura struttura. Infine, a conclusione degli interventi, le autorità locali, assieme all’Amb. Di Ruzza, all’Amb. Sattler e al Direttore Šešum hanno simbolicamente firmato la prima pietra che verrà utilizzata nella costruzione dell’edificio.
“E’ per me una grande emozione presenziare a questo evento, che rappresenta il coronamento dell’intenso lavoro da noi svolto insieme alle Autorità locali e ai partner della comunità internazionale, specialmente Unione Europea ed UNESCO, per rivitalizzare il progetto Ars Aevi quando ormai sembrava privo di sbocchi”, ha dichiarato l’Ambasciatore Di Ruzza, sottolineando anche la forte componente idealistica che ha ispirato l’azione dell’Italia nel continuare a credere ad un’iniziativa non solo di grande pregio artistico ma concepita anche con evidenti finalità di riconciliazione dopo gli anni tragici della guerra. “Solo un mese fa – così ancora Di Ruzza – abbiamo celebrato il ventennale della riapertura del Ponte Vecchio di Mostar, con l’Italia tra gli ospiti d’onore in quanto fu il primo Paese donatore per i lavori di ricostruzione, oggi diamo il via al percorso che trasformerà il sogno Ars Aevi in realtà. Tutto ciò testimonia come la diplomazia culturale italiana sia un importante strumento a sostegno della pacificazione e della stabilità nei Balcani, in piena coerenza con l’azione che l’Italia svolge a favore delle prospettive di integrazione europea della Bosnia Erzegovina e dell’intera regione. Auspichiamo che Ars Aevi diventi uno spazio museale aperto, dinamico ed inclusivo, e il simbolo di una Bosnia-Erzegovina cosmopolita, multi-etnica e stabilmente proiettata verso la casa comune europea”.