Grande successo per Cristina Galietto. L’Ambasciata d’Italia tra i partner
Con un lusinghiero bilancio sul piano dell’affluenza di pubblico e di critica giornalistica, si è conclusa ieri l’undicesima edizione del Sarajevo International Guitar Festival (SIGF), rassegna di giovani chitarristi provenienti da tutto il mondo, nata nel 2011 su iniziativa dell’Associazione dei Chitarristi della Bosnia-Erzegovina e tornata quest’anno in presenza dopo la sospensione imposta dal periodo pandemico.
Per la quarta volta, l’Ambasciata d’Italia a Sarajevo è stata tra i partner ufficiali dell’iniziativa, ad ulteriore conferma della centralità del ruolo dell’Italia nella vita culturale sarajevese, suggellata dalla collaborazione con i più grandi Festival artistici bosniaco-erzegovesi. Dalla sua fondazione, il Festival ha offerto una prestigiosa vetrina e un potenziale trampolino di lancio a più di 700 giovani promesse musicali. In omaggio alla partnership con la nostra Rappresentanza Diplomatica, la manifestazione è stata ufficialmente aperta sabato scorso dall’ambasciatore d’Italia Marco Di Ruzza. Nel suo indirizzo di saluto, ha sottolineato l’importanza della dimensione culturale nell’azione diplomatica italiana in Bosnia-Erzegovina in ottica sia di ulteriore consolidamento delle relazioni bilaterali sia di valorizzazione di percorsi di aggregazione interetnica, in un Paese purtroppo ancora altamente frammentato, specie guardando alle nuove generazioni.
Proprio un’artista italiana è stata brillante protagonista della giornata inaugurale del festival, la 22enne Cristina Galietto, che ha conquistato pubblico e critica con una straordinaria esibizione articolata su pezzi di Niccolo’ Paganini, Francisco Tarrega, Alexandre Tansman e Mario Castelnuovo-Tedesco. Talento puro emergente, la chitarrista napoletana è già apprezzatissima anche a livello internazionale malgrado la giovane età. Entusiasta di questa sua prima esperienza a Sarajevo, l’artista dopo il concerto ha confessato come “l’ambiente molto raccolto, il pubblico attento e partecipe, le luci di sala soffuse, hanno generato un clima di grande comunione all’interno del quale ho sentito il mio animo quasi sollevarsi sulle onde musicali che uscivano dalla mia chitarra. Sono personalmente grata – ha proseguito la Galietto – a quanti mi hanno consentito di essere a Sarajevo a suonare per questo pubblico delizioso. Ringrazio quindi il direttore artistico Đani Šehu e in particolare modo l’ambasciatore Di Ruzza per la squisita ospitalità e per aver sostenuto questo meraviglioso evento”.