L’Ambasciata d’Italia a Sarajevo ha commemorato Gabriele Moreno Locatelli, il religioso e pacifista italiano ucciso a Sarajevo il 3 ottobre 1993 durante la guerra in Bosnia-Erzegovina mentre era intento a manifestare insieme ai volontari dell’associazione “Beati i Costruttori di Pace” a favore della cessazione delle ostilita’.
Quando venne colpito dal fuoco di un cecchino, Locatelli – che aveva gia’ partecipato a due marce per la pace nel dicembre 1992 e nell’agosto 1993 promosse dall’Associazione – stava attraversando il ponte Vrbanja sul torrente Miljacka, per un’azione dimostrativa a carattere simbolico allo scopo di rivolgere un appello di pace a tutte le parti in conflitto. L’iniziativa di Locatelli e degli altri volontari contemplava anche la deposizione di una corona di fiori sul luogo ove erano cadute le prime due vittime civili della guerra, Suada Diliberović e Olga Sučić, assassinate nell’aprile 1992 sul medesimo ponte durante una manifestazione per la pace.
Quale prima vittima civile italiana del conflitto in Bosnia Erzegovina, Moreno Locatelli – ha sottolineato l’Ambasciatore Di Ruzza nel corso della sobria e commossa cerimonia organizzata in suo onore – costituisce lucido esempio di impegno incondizionato al servizio del prossimo contro il cieco odio che ha insanguinato l’ex Jugoslavia. Il suo sacrificio – ha proseguito Di Ruzza – deve essere fonte di ispirazione per tutti coloro che si adoperano per promuovere i processi di riconciliazione in Bosnia-Erzegovina, affinche’ il Paese, anche a sostegno delle sue prospettive di integrazione europea, possa evolvere in una moderna societa’ multietnica e pluriculturale.
Nel corso della celebrazione – svoltasi alla presenza di una rappresentanza di cittadini ed esponenti della comunità italiana di Sarajevo, tra i quali anche alcuni militari della Missione EUFOR – l’Ambasciatore Di Ruzza ha posto una corona di fiori innanzi alla targa commemorativa di Locatelli sul ponte Vrbanja, ribadendo l’importanza di mantenerne vivi la passione e l’impegno civile.