Sarajevo, 21 marzo 2018: Si svolgerà oggi alle ore 19.00, presso il Centro Culturale Ebraico “ Arie Livne “ di Banja Luka, la presentazione del libro “Sono stato un numero” di Roberto Riccardi, Colonnello dell’Arma dei Carabinieri e scrittore, attualmente dirigente dell’Ufficio stampa del Comando Generale dei Carabinieri a Roma, e che ha servito nella missione internazionale NATO in Bosnia nei primi anni dopo la guerra. L’evento è organizzato dalla Casa editrice ” Imprimatur” di Banja Luka, curatrice della traduzione del libro in lingua locale, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Bosnia Erzegovina, che ha sostenuto le spese di viaggio dell’autore, ed il Centro Culturale Ebraico “Arie Livne”.
Il libro racconta la storia del protagonista Alberto Sed negli anni della Shoah, dagli studi in collegio dopo essere rimasto orfano di padre da bambino, all’interruzione forzata della carriera scolastica a seguito dell’approvazione delle leggi razziali in Italia nel 1938, fino all’arresto e la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz su un carro bestiame nel 1943, dove torture, fame, e marce forzate si sono alternate fino alla liberazione ed il difficile reinserimento a Roma nel dopoguerra.
La presentazione alla presenza, oltre che dell’autore, del responsabile della casa editrice Imprimatur, Boris Maksimovic, e del traduttore Milko Branković, cade significativamente alla vigilia della Giornata Internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime del 24 marzo. A partire dal più tristemente noto esempio di sterminio in Europa nei primi anni Quaranta del XX Secolo, il libro offre la duplice simbolica testimonianza dell’importanza di non dimenticare le sofferenze e le violenze patite da tutte le vittime di guerre in cui l’aspetto ideologico, razziale, religioso ed etnico è stato utilizzato per rafforzare la conflittualità e l’odio tra le genti, come dimostrato dalla stessa Bosnia Erzegovina nel corso della guerra degli anni Novanta, e di come il percorso di integrazione europea sia il più efficace antidoto contro il ripetersi di simili tragedie.