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Iniziativa del giornalista Franco Giuliano a Sarajevo

“Per Natale gradirei molto un paio di scarpe Dr. Martin’s, n. 39. Grazie molte per il vostro aiuto”. “Se possibile mi piacerebbe tanto ricevere un album dei Queen, Sheer Heart Attack”. “Grazie per il vostro interesse. Sono felice di avere amici in Italia”.

Queste e molte altre sono le lettere scritte dagli studenti del Centro Cattolico di Sarajevo, in piena guerra del ’92-’95, raccolte dal giornalista Franco Giuliano, de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, in missione in quegli anni nella città assediata.

Ospitato dalle suore del Centro durante la guerra, Giuliano incontra i ragazzi che studiano negli scantinati, per proteggersi dalle granate, e nasce l’idea di pubblicarne i messaggi sul quotidiano, per avviare un dialogo con l’Italia. A 25 anni di distanza da quella pubblicazione, matura adesso un secondo progetto: tornare ad intervistare gli autori di quelle lettere e raccontare le loro storie, per scriverne il seguito e guardare alla vita nel dopoguerra. Da qui l’intenzione di raccogliere le nuove testimonianze in un secondo libro, per mettere in prospettiva esperienze difficili e guardare al passato in modo consapevole.

“E’ un progetto meritorio ed opportuno”, ha commentato l’Amb. Nicola Minasi, “che riporta alla luce un mondo complesso, dove le sfide della ricostruzione, a partire da quella sociale, sono decisive per consentire al Paese di risollevarsi pienamente ed entrare nel vivo dell’integrazione europea”. “E’ per questo motivo”, ha proseguito Minasi, “che l’Ambasciata fornirà un supporto morale all’iniziativa, facilitando i contatti utili a portare a termine questo progetto e a promuoverne la conoscenza tra la popolazione locale”.

Dopo una prima visita a Sarajevo nella settimana scorsa, il Dr. Giuliano realizzerà nuove interviste nei prossimi mesi e, auspicabilmente entro l’anno prossimo, il libro potrà vedere la luce ed essere presentato al pubblico della Bosnia Erzegovina, a testimonianza del perdurante impegno della società civile italiana per gli amici al di là dell’Adriatico.

 

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La Gazzetta del Mezzogiorno

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