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Migranti: Bosnia Erzegovina, Convegno su contributo italiano sui flussi

L’Organizzazione non governativa italiana Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli (IPSIA) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) hanno ospitato il convegno “Il contributo italiano alla risoluzione dei flussi migratori misti in Bosnia-Erzegovina e nei Balcani occidentali”, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Bosnia-Erzegovina e il Ministero della Sicurezza bosniaco. L’evento è stato l’occasione per fare il punto sull’attuale situazione migratoria in Bosnia-Erzegovina e nella regione dei Balcani occidentali, numeri, tendenze, rotte, sfide, ma anche opportunità. Nell’ambito dell’evento, IPSIA ha lanciato ufficialmente il progetto “BRAT – Rotta balcanica: Accoglienza in transito” (progetto BRAT). Il progetto è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e realizzato da IPSIA, in collaborazione con Caritas d’Italia, Croce Rossa Italiana, e partner locali MFS EMMAUS, Caritas di Bosnia-Erzegovina e Società della Croce Rossa /Croce di Bosnia-Erzegovina. Tra i relatori del convegno anche Marco Di Ruzza, Ambasciatore della Repubblica Italiana in Bosnia-Erzegovina, che ha condiviso le sue esperienze con i presenti. L’Ambasciatore Di Ruzza ha sottolineato come il progetto BRAT si collochi armonicamente nel contesto di un ampio pacchetto di iniziative che da parte italiana sono state messe in campo per sostenere la Bosnia-Erzegovina in questo delicato settore. E’ stato al riguardo ricordato come la Bosnia-Erzegovina sia il primo Paese europeo ad aver beneficiato di risorse del “Fondo Migrazioni” del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, le quali hanno consentito di attuare rilevanti progetti in partnership con OIM, tra cui contribuire alla realizzazione del nuovo campo di accoglienza di LIPA. Con il Ministero dell’Interno, l’Italia ha anche il coordinamento di un progetto europeo finanziato con fondi IPA per accrescere la cooperazione con le agenzie di polizia della Bosnia-Erzegovina a livello statale e locale, in un’ottica di contrasto alla criminalita’ organizzata nei Balcani occidentali. “Sinergicamente all’azione delle Autorita’ italiane – cosi’ Di Ruzza – il ruolo delle nostre ONG impegnate nei campi di accoglienza e’ assolutamente prezioso e concorre a creare un approccio che coniuga professionalita’ ed umanita’”. Il progetto BRAT mira a costruire la capacità degli attori non governativi e governativi di implementare modelli di accoglienza basati sulla comunità, consentendo una più facile integrazione dei migranti nelle comunità ospitanti. Il progetto creerà anche opportunità di scambio tra migranti e comunità ospitanti, per abbattere gli stereotipi e cambiare la narrativa della migrazione.