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Rimpatrio sanitario

Nel caso di ammalati che necessitino di ricovero ospedaliero in Italia, la Rappresentanza diplomatico-consolare invita i familiari a individuare una struttura medica nella quale il connazionale verrà ricoverato una volta giunto in Italia. In caso di difficoltà, la Sede può chiedere alla Prefettura di individuare la struttura sanitaria.

La Rappresentanza diplomatico-consolare deve inoltre acquisire un certificato medico, in cui si confermi che il cittadino italiano è in condizioni di affrontare il viaggio (la c.d. “trasportabilità aerea del paziente”).

Per i rimpatri sanitari può essere concesso un sussidio a favore di connazionali indigenti stabilmente residenti nel Paese straniero, o un prestito con promessa di restituzione a favore di connazionali di passaggio in stato di temporanea indigenza, per il ritorno in Italia su aerei di linea (utilizzando, se necessario, il servizio di barella e una scorta medica a bordo).

Per i connazionali colpiti da malattie che non consentono di firmare la promessa di restituzione, qualora i congiunti non possano provvedere al rimpatrio va acquisita la documentazione medica di temporanea incapacità di intendere e di volere.